... oggi quello che conta è il massimo della mia onestà, il racconto della donna che sono e che sono diventata. La mia personale storia di rinascita e ricostruzione che poco più di 6 anni fa mi ha vista rivoluzionare la mia vita dopo la separazione, la distruzione del mio sogno di famiglia unita a pochi mesi dalla nascita del mio bambino. 10 anni di vita nel posto che fino ad allora avevo chiamato “casa”, andati in fumo nel giro di poche settimane. Un viaggio lungo oltre 1000 chilometri che mi ha riportato indietro nel tempo dove ero nata e cresciuta per cercare rifugio, conforto e calore tra le braccia della mia famiglia di origine, con un bambino di nemmeno 2 anni da crescere completamente da sola, senza lavoro, senza risorse economiche. Letteralmente. E’ stata dura rialzarsi, è stata ancora più dura superare rabbia, rancore, frustrazione e paura viscerale di non potercela fare, perdonare me stessa per non essere stata in grado di dare a mio figlio la vita che avevo sognato per lui – una madre e un padre felici, una bella casa, il modello Mulino Bianco che da piccola vedevo in tv e che tanto mi aveva ispirata, illusa. Ho lavorato su me stessa come mai prima, ho scoperto in me risorse che mai avrei immaginato, ho cercato e trovato la forza, la determinazione, il coraggio e la speranza nello sguardo del mio bambino che nonostante tutto, sorrideva. E ho capito che il regalo più grande che potevo fare a lui e a me stessa era quello di concedermi l’opportunità di ritrovare la serenità che avevo perduto, rifugiandomi nella certezza che la mia vita poteva e doveva assumere un senso nuovo e che io avrei dovuto riassumerne in pieno controllo come mai prima avevo fatto, che questa esperienza sarebbe potuta servire da insegnamento a me per diventare la donna che sono oggi, e fare da guida a tutte le madri e i padri separati che come me si sarebbero ritrovati a vivere quel momento e a ripercorrere le stesse sensazioni, la stessa guida, lo stesso alleato che avrei tanto desiderato io al mio fianco durante quel difficile periodo.
Oggi sono grata di aver vissuto quell’esperienza sfidante - sì, hai capito bene, sono grata -, per avermi messo in grado di dimostrare a me stessa di potercela fare e per avermi fatto scoprire potenzialità che mai avrei visto in me se non l'avessi vissuta: ho un bambino di 9 anni, energico e gioioso, il mio capolavoro più grande, uno splendido rapporto di genitorialità condivisa con suo padre, costruito nel tempo, con dedizione e amore e impegno di entrambi, guidata dalla certezza che anche se abbiamo smesso di essere una coppia, saremo per sempre la mamma e il papà di Matteo. L’amore poi si sa, se lo si condivide, si moltiplica e così oggi abbiamo una meravigliosa e caotica famiglia allargata a cui si sono aggiunti compagni e compagne, fratellini e sorelline acquisiti, nonne, nonni, zii, di sangue e di cuore, cani, gatti, leocorni, di cui abbiamo sinceramente perso il conto.